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Mi chiamo Giorgio, e mi considero un viticoltore per nascita. Fin dall’infanzia, ho trascorso i miei giorni tra le campagne, accanto ai miei zii, nell’azienda di famiglia. Qui, quasi senza rendermene conto, ho assorbito l’arte e la fatica del lavoro nei campi e nei vigneti, comprendendo a fondo il significato di dedizione e impegno. La mia passione per il vino è sbocciata solo in età adulta. Dopo anni trascorsi a studiare e lavorare in città, sono tornato alle origini, dedicandomi nuovamente alla produzione vinicola nella nostra antica cantina di famiglia. Nel 2010, mentre mi occupavo di bioedilizia e, in particolare, della costruzione di case in paglia, ho ampliato le mie conoscenze alla viticoltura naturale. Durante questo periodo, fui affascinato dai contenitori in ceramica a forma di uovo, scoprendo in essi un’armonia perfetta per il vino. Convinto che quel materiale e quelle forme potessero preservare intatte tutte le caratteristiche del vino, mi sono immerso nuovamente nell’arte della vinificazione.

I PRODOTTI

Il vino naturale, o meglio, il vino forgiato dal metodo naturale, nasce dal laborioso lavoro in vigna, dove si onora la terra bandendo ogni sorta di pesticida o fitosanitario di sintesi. Solo zolfo e rame, nei limiti consentiti dal regime biologico, trovano posto in questo rigido rispetto per l’ambiente.

I rossi il Miass, il Più e il Sofì – provengono da uve che diraspiamo e lasciamo in fermentazione. Il vino si affina poi nelle uova di gres per un anno.

I rosati – il Rosè di Pit, il Luise e il Vì – sono il frutto di uve che diraspiamo, torchiamo e lasciamo in fermentazione più a lungo dei rossi. Il vino poi si affina nelle uova di gres porcellanato. In un secondo tempo si imbottigliano con il metodo della rifermentazione in bottiglia.

IL TERRITORIO

Chi viene a Ferrere, posto tra il Roero e il Monferrato, respira immediatamente un’aria di tranquillità e autenticità dove il tempo sembra essersi fermato. Il paese, fatto di piccole strade che si dipartono dal centro per condurre il vistatore nelle colline che lo circondano è in un’area particolarmente votata alla viticoltura e le colline di Ferrere sono rivestite di vigneti rigogliosi, che si alternano a boschi e campi coltivati, creando un mosaico di colori e profumi che mutano con le stagioni. In primavera, il verde acceso dei vigneti appena germogliati si mescola al bianco delle fioriture, mentre in autunno, le foglie si tingono di sfumature dorate e rosse, trasformando il paesaggio in un quadro vivente. Il clima temperato, con inverni miti ed estati calde, è ideale per la coltivazione di vitigni autoctoni come il Barbera, il Grignolino e il Moscato, che danno vita a vini di grande qualità e personalità.

GLI ABBINAMENTI

Il punto di forza della nostra produzione è il Grignolino, un vino rosso leggero e aromatico, caratterizzato da un profilo tannico abbastanza deciso, con note floreali e fruttate. Ha una buona acidità e un corpo medio-leggero.
La caratteristica del Grignolino è di prestarsi a molteplici situazioni gastronomiche.
Antipasti: Perfetto con antipasti leggeri a base di salumi come il prosciutto crudo, la bresaola e i salami magri. Si abbina bene anche a tartine e bruschette con pomodoro e basilico.
Primi piatti: Ottimo con primi piatti leggeri, come paste al pomodoro fresco, agnolotti del plin (senza salse troppo pesanti) e risotti alle verdure.
Secondi piatti: Carni bianche come pollo e tacchino, magari in preparazioni non troppo elaborate come scaloppine al limone o al vino bianco. Si abbina bene anche con il coniglio.
Formaggi: Formaggi freschi e semi-stagionati, come la robiola, il tomino e il castelmagno giovane.

Il nostro Barbera è un vino rosso di maggiore corpo rispetto al Grignolino, noto per la sua spiccata acidità, il buon corpo e i sentori di frutti rossi. Antipasti: Taglieri di salumi e formaggi stagionati, come il salame cotto, il lardo di Colonnata e il formaggio Grana Padano o Parmigiano Reggiano.
Primi piatti: Paste con ragù di carne, come le tagliatelle al ragù o i ravioli al plin al sugo di arrosto. Ottimo anche con risotti saporiti come il risotto al Barbera.
Secondi piatti: Carni rosse alla griglia o al forno, come la bistecca, il brasato al Barbera, lo stufato e l’agnello. Il Barbera d’Asti Superiore si abbina bene anche con selvaggina.
Formaggi: Formaggi stagionati e dal sapore deciso, come il pecorino, il gorgonzola piccante e il taleggio.

LA CUCINA LOCALE

Nel nostro angolo di Piemonte, tra borghi incantevoli e cantine centenarie, nasce uno dei dolci più emblematici e amati della regione: il Bunet. Il Bunet è molto più di un semplice dessert; è un’ode alla tradizione, una sinfonia di sapori che racconta storie di famiglia e serate invernali trascorse attorno a un tavolo. Il suo nome, che richiama l’antico termine piemontese per “berretto”, evoca la forma dello stampo in cui viene preparato, come a voler suggerire un abbraccio caldo e avvolgente. Il dolce è combinazione di cacao, amaretti e il liquore che crea un equilibrio di sapori ricco e armonioso, mentre il caramello aggiunge una nota di dolcezza e croccantezza.